
Di solito le cicatrici più importanti, quelle che possono creare i maggiori disordini posturali sono localizzate a livello del tronco.
Possiamo annoverare tra queste le cicatrici per appendicectomia, taglio cesareo, tiroidectomia, laparoscopie addominali, discectomia, laminectomia, interventi cardiaci con accesso sternale o intercostale, interventi gastrici o intestinali o da trauma.
Soprattutto i visceri possono dare importanti modificazioni a livello posturale. .
Tra di loro i visceri sono fortemente connessi ed ancorati alla struttura (soprattutto colonna toracica e lombare e bacino). E’ facile comprendere come una tensione anche superficiale creata da un’aderenza cicatriziale possa alterarne il reciproco rapporto e determinare uno stato di tensione e /o dolore scheletrico o del viscere stesso. Non è raro trovare correlazioni tra l’insorgenza di dolore alla spalla in seguito ad appendicectomia o colecistectomia oppure di insorgenza progressiva di dolore al ginocchio in assenza di traumi correlato a interventi all’appartato riproduttore femminile.
Come agisce l’osteopata di fronte ad una cicatrice “problematica”?
L’osteopata valuterà dapprima la postura del soggetto unita a dei test di mobilità viscerale, tissutale e articolare. L’intervento sarà esclusivamente manuale con tecniche di rilasciamento (release) del tessuto connettivo, della fascia e della cicatrice stessa ripristinando un equilibrio tensionale e conseguentemente un corretto assetto posturale.
Spesso i risultati in termini di recupero di mobilità e riduzione del dolore possono esserci già dopo il primo trattamento o comunque nel breve termine. Potranno anche associarsi sensazioni di maggior elasticità della porzione trattata, regolarizzazione dell’attività digestiva e intestinale. Questo tipo di approccio ha una importante evidenza nella pratica clinica anche rispetto a cicatrici datate di anni.